Il silenzio nello spazio è assordante, non solo perchè il suono non può propagarsi nel vuoto, infatti: Il suono è una vibrazione in un mezzo fisico, quindi nel vuoto non può propagarsi; nel vuoto i suoni non si trasmettono. La luce invece non si può considerare come una vibrazione di una sostanza materiale. Infatti, oggi si sa che tutte le radiazioni elettromagnetiche, tra le quali c’è la luce, possono essere interpretate come vibrazioni del campo elettromagnetico oppure come particelle velocissime (i fotoni), che sono prive di massa. Qualunque delle due ipotesi scientifiche si preferisca, i fotoni non hanno bisogno di materia per propagarsi. Anzi, la presenza di materia rallenta la loro corsa: la velocità della luce è infatti massima nel vuoto (300 mila chilometri al secondo).
Da parecchio tempo la scienza si ingegna per trovare forme di vita extraterrestri e da altrettanto a lungo si chiede perché non troviamo nessuno. Il famoso Paradosso di Fermi recitava: “Se la vita statisticamente dovrebbe pullulare nello spazio, dove sono tutti?”.
Ora alcuni ricercatori stanno continuando a riflettere sulla teoria del “Grande filtro”, secondo cui molte forme di vita che arrivano a formare delle civiltà tecnologicamente avanzate potrebbero essere distrutte o autodistruggersi prima di raggiungere un livello sufficientemente sofisticato che le permetta di esplorare il loro sistema solare o di mandare messaggi fuori.
Nell’esultanza per l’individuazione di Kepler-425b, un pianeta quasi identico alla Terra, sito in una zona abitabile dell’orbita di una stella di tipo G2, c’è chi ricorda che la notizia potrebbe non essere, in realtà, delle migliori.
Perchè tale notizia potrebbe nascondere eventi catastrofci? Risponde il paradosso di Fermi, ossia la teoria del “Grande Filtro”. Fermi, in sostanza si chiede: come è possibile che in un universo così grande e con una storia cosi lunga non sia mai stata trovata traccia di vita extraterrestre, o un suo segnale dallo spazio?
Secondo la teoria del “Grande Filtro”, l’esistenza di civiltà extraterrestri in grado di viaggiare o comunicare a livello interstellare è impossibile. Dato che non abbiamo prove dell’esistenza di altri esseri intelligenti, infatti, si dovrà concludere che o la vita intelligente è estremamente rara, oppure la vita intelligente ha una propensione fatale ad autodistruggersi prima di essere in grado di conoscerne altre, e proprio quest’ultima legge sarebbe quella del “Grande Filtro”. Quindi secondo il paradosso di Fermi civiltà avanzate si autodistruggono.
Di una simile prospettiva si è discusso per oltre 50 anni. Le spiegazioni vanno dalla scarsezza di pianeti simili alla Terra fino a complesse teorie molecolari, o alla possibilità che un salto dalla vita procariota a quella eucariota, così come avvenuta sulla Terra, sia una caso più unico che raro.
Chi propone la tesi della rarità dell’ambiente-Terra, sottolinea che le condizioni che si sono venute a creare sul nostro pianeta sono una combinazione praticamente unica: la Terra si trova nella zona abitabile del nostro Sole, la nostra stella è sufficientemente lontana per evitare di distruggerci con le sue radiazioni, i giganti gassosi come Giove sono grandi abbastanza da attirare asteroidi destinati altrimenti al nostro pianeta, e la Luna stabilizza l’asse del nostro pianeta permettendo l’alternanza delle stagioni. Più pianeti abitabili scopriamo, come Kepler, più però questa teoria rischia di cadere, lasciando spazio alla seconda.
Per altri, infatti, l’assenza di segnali da parte di vita intelligente, sarebbe la prova che essa, pur in grado di apparire alle condizioni necessarie, non è in grado di sopravvivere. E le ragioni potrebbero risiedere proprio in una incapacità cronica di rendere la propria tecnologia sostenibile: perciò, sapremmo con certezza che il “Grande Filtro” renderebbe impossibile il costituirsi di civiltà interstellari, ma non sappiamo con altrettanta certezza quale sarà il destino della Terra.
Per circa 200mila anni l’umanità è sopravvissuta a vulcani, asteroidi, e pandemie, eppure oggi ci troviamo a fronteggiare la possibilità di sciagure tecnologiche ben maggiori senza avere alcuna traccia storica in base alla quale prevedere cosa accadrà. Scienziati del calibro di Royal Martin Rees e Stephen Hawking, Max Tegmark e Stuart Russell, sottolineano il rischio che molti degli avanzamenti tecnologici odierni sfuggano di mano, giungendo a minacciare la nostra sopravvivenza sulla Terra.
Personalmente non credo alla teoria del “Grande Filtro“, I più grandi scienziati vissuti sulla terra, cosa rappresentano a livello di conoscenza nell’incredibile gioco cosmico dell’esistenza? Non sappiamo nulla dell’universo, crediamo che altre forme di vita dovrebbero essere come noi, grazie all’egocentrismo umano. La chiesa, l’aristocrazia, i modelli sociali hanno sempre controllato e manipolato la conoscenza, hanno limitato la scienza, hanno indirizzato le scoperte per controllare il potere.
Siamo sicuri che gli alieni non sono tra noi? Siamo sicuri che il nostro livello di conoscenza possa permetterci di dialogare con esseri evoluti? Siamo in grado di andare oltre il nostro ego ed ammettere che fondamentalmente siamo esseri mediocri e ignoranti, sospinti dall’ambizione, dall’apparire, dalla voglia di sopraffare l’altro. Perchè una razza evoluta dovrebbe entrare in contatto con dei barbari? Perchè noi siamo barbari: guerre, violenze di ogni genere, carestia, sopraffazione, siamo portatori di morte e disperazione. Forse l’evoluzione di una civiltà dovrebbe comprendere non solo le scoperte scientifiche. Comunque la meccanica quantistica, le nuove scoperte scientifiche, mandano in frantumi la “Teoria del grande Filtro”, mettendo in discussione lo stesso concetto di spazio tempo, l’attuale architettura della scienza e delle scoperte accettate dall’ aristocrazia scientifica.
Ognuno di noi è parzialmente composto da più parti aliene figuriamoci se nell’universo non esistono civiltà più evolute, meno evolute, simili alla nostra. Siamo un granello di sabbia su una spiaggia immensa.
Nel numero dell’ eurtorrino news, si parla di alieni, nanorobot, del cervello umano dopo la morte, di topolino e di altre notizie.