Tantissimi anni sulla breccia della comunicazione, con tanti ideali: voglia di fare, fiducia nel prossimo, ricerca del bello negli altri, positività, buona fede …. Dopo si scopre il rovescio della medaglia: il cinismo di una parte del popolo italiano. Molti si alzano al mattino per mantenere il “proprio giardino in fiore anche se puzza”. Mentre scrivo ancora non è stato eletto il presidente della repubblica italiana, sicuramente sarà garante di coloro che vogliono mantenere ancora in vita il “proprio giardino che puzza”. Ho lavorato 18 ore al giorno, tantissime persone hanno collaborato con me. Lavoravo pensando ad un mondo che non esiste, lavoravo non soltanto per me, pensavo questo: «solo impegnandomi a creare una società migliore, dove tutti possono convivere in armonia e in pace, anche io potrò vivere bene con me stesso, con la mia famiglia e con il prossimo». Spesso sentivo persone dirmi: «ma perché lo fai?» Non capivo. Ho scoperto in questo viaggio durato 15 anni il volto dell’altro e spesso le sfaccettature che apparivano uccidevano ciò in cui credevo. Venivo dipinto come: idealista, ingenuo, stupido, generoso, troppo buono… ho bevuto pian piano l’amaro calice della vita, così com’è, senza se e senza ma. Ho scoperto il lato oscuro che alberga in ognuno di noi, ho visitato il santuario dell’egoismo, ho, con disgusto, conosciuto il pianeta della perversione, la solitudine e il dolore senza lacrime. Un viaggio nel mondo dell’informazione, nel cuore e nell’animo di un essere a base carbonio chiamato uomo. Oggi guardo il passato attraverso le varie trasmissioni realizzate: un senso di vuoto, misto a disperazione, depressione, con un dolore lancinante, laddove dovrebbe esserci amore per la vita, mi fa compagnia. Il sole non splende più, il cielo non è più azzurro, il mare non più trasparente e la neve non è candida. Ripenso a quanta gente ho incontrato: collaboratori, fornitori, politici, persone comuni, malati, scienziati, uomini di cultura, dottori, avvocati, giudici e penso: chi non butteresti giù dalla torre? Le persone che soffrono, gli ammalati, quelli che non contano… Aveva ragione Gesù. Un viaggio nel passato per capire il presente e cosa è cambiato, sperando che “qualcosa in qualcuno sia cambiato”. Vorrei partire dalla triste storia del professore Luigi DI Bella, uno scienziato attaccato da coloro i quali difendevano con ogni mezzo quel “proprio giardino in fiore puzzolente, anzi putrefatto”. Parlo di cancro e Di Bella si è battuto strenuamente per sconfiggerlo. Ma sapete quali sono stati i suoi peggiori nemici: i politici, i guru dell’informazione e della comunicazione e i suoi “fratelli” ricercatori.
Ecco cosa ci disse il professore Luigi Di Bella durante una trasmissione: «La tecnica e l’intuizione su cui mi sono basato per adoperare le sostanze consiste nel fatto che la ricerca ufficiale considera il tumore un cocktail di malattie inguaribili, cioè la medicina e la ricerca non avevano mezzi per portarle a guarigione e tutt’ora i tumori sono considerati malattie inguaribili e l’unico mezzo è la chirurgia, eliminare la parte tumorale e poi si utilizza la chemioterapia che si basa su vecchi concetti immunitari della immunoterapia e cioè “colpire presto, colpire forte”. Purtroppo la chemioterapia uccide cellule malate e cellule sane con un’elevata tossicità per l’organismo. Fino ad oggi sostanze che sappiano aggredire le cellule tumorali uccidendole, lasciando in vita quelle sane e con tossicità nulla o minimale per l’organismo non esiste. Preso atto di questo e dai tanti pazienti morti trattati con chemioterapia con sofferenze indicibili, ho cambiato approccio, con il seguente presupposto: creare le condizioni biologiche tali da impedire l’ulteriore proliferazione delle cellule neoplastiche, senza distruggere le cellule neoplastiche che esistevano prima. Creare un ambiente biologico ostile alla proliferazione delle cellule neoplastiche. Prendendo in considerazione la letteratura esistenze su tutte quelle sostanze che alla minima tossicità accoppiassero la dimostrata capacità di fermare la proliferazione di cellule tumorali o di far regredire la neoplasia. Da ciò sono arrivato alla conclusione che non ci sarà mai una sola sostanza capace di guarire un tumore, ma un complesso di sostanze che agiranno centipetralmente sulla cellula neoplastica e sul meccanismo di innesco della medesima cellula neoplastica. Quindi non una sostanza ma un Metodo. Quindi non ho fatto altro che scegliere sostanze a-tossiche che avessero però effetti distruttivi soltanto per le cellule neoplastiche.»
L’intervista del Professore Luigi Di Bella termina con questa bellissima e triste frase per il genere umano: «ringrazio Dio della sofferenza che mi ha dato perché attraverso la sofferenza ho imparato cosa è la vita». Il Professore Luigi Di Bella era uno scienziato vero e amava il suo prossimo, si impegnava strenuamente per trovare soluzioni “dolci” a malattie terribili, fu soggetto di attacchi incredibili da parte dei politici, giornalisti, scienziati, lacchè del potere, faccendieri, baroni universitari. Spesso parlavano senza nemmeno sapere cosa fosse il Metodo Di Bella. Poi scienziati eminenti hanno utilizzato le sostanze del Metodo Di Bella con minimo dosaggio come prevenzione al cancro: per se stessi e i loro familiari. Si parla di un presidente del consiglio, malato di cancro, che abbia usato il metodo Di Bella senza mai parlarne. Non dimenticherò mai una trasmissione su un’emittente nazionale dove una parlamentare e il presentatore definirono Il Professore Luigi Di Bella “un cialtrone”. Mi documentai e scoprii che oltre ai grembiulini, alle tessere P2, alle campagne elettorali finanziate dalle case farmaceutiche, questi due erano e rimangono dei veri criminali, quali crimini? Crimini contro l’umanità sofferente, il crimine peggiore.
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I documenti del Professore Luigi Di Bella raccontati dal figlio
Il dottore Adolfo Di Bella ci parla delle scoperte effettuate trai documenti di suo padre: le prime pubblicazioni scientifiche tra cui quella del 1932 ancora diciannovenne. Il lavoro venne pubblicato insieme al nome del suo maestro il professore Pietro Tullio. Il dottor Adolfo di Bella scopre che il Professore Tullio era stato candidato al premio Nobel per la medicina nel 1930 e nel 1932. Inoltre scopre che il papà fino alla laurea aveva pubblicato dieci lavori. Inoltre aveva ricevuto nel 1937 un’offerta come ricercatore presso il CNR, ma rifiutò perché voleva seguire la via della medicina. Il presidente del CNR non si adirò per tale presa di posizione, anzi pubblicò una suo lavoro sui volumi del CNR e gli diede un premio. Il presidente del CNR di allora era Guglielmo Marconi. Il dottore Di Bella parla anche della fondazione e degli scopi. Un’argomento trattato riguarda l’uso del Metodo di Bella da parte di alcuni luminari(che avevano osteggiato ferocemente il Professore Luigi Di Bella) per se stessi, per i loro familiari e per i “pazienti più in..”.Voci dell’utilizzo del Metodo Di Bella da parte di alcuni scienziati, primari, oncologi, dottori, esclusivamente per loro stessi e le loro famiglie non viene smentito ma nemmeno confermato al 100% dal dottor Di Bella. Certo che: tale voci negli anni si sono amplificate fino …. ai giorni nostri. Mentre lo intervistavo mi chiedevo che tipo di vita fosse quella dei figli del Professore Luigi Di Bella. Un genio preso dallo studio e dai pazienti. Quasi una missione la sua e quando pensava di aver raggiunto finalmente un risultato importante nella lotta contro il cancro, invece del sostegno, delle risorse per sostenerlo, una campagna denigratoria, diffamatoria, distruttiva , senza alcun motivo. Il motivo c’era allora come oggi: il potere dei baroni e dei ricercatori nella scala sociale. L’altro il giro d’affari delle multinazionali farmaceutiche: oltre 750 miliardi dollari ogni anno Tale grafico mostra il giro d’affari delle case farmaceutiche per il 2011, 2012, 2014, fino al 2016.
Nel 2010 il fatturato delle case farmaceutiche nel mondo è stato di 610 miliardi di euro, nel 2011 di quasi 700 miliardi di euro, nel 2012 di 750 miliardi di euro e con un incremento costante annuo. I farmaci chemioterapici fanno la parte del leone con un’incidenza sul fatturato del 30%
Vorrei aggiungere anche il costo dei cicli di chemioterapia su pazienti::
1. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 128.217,00 euro.
2. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Vinolrelbina associata a Cisplatino (TAX 326 + ILCP) per 100 pazienti: 200.940,00 euro
3. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Carboplatino (ECOG 1594 + ILCP) per 100 pazienti: 216.945,00 euro
4. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Gemcitabina associata a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 409.020,00 euro
5. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594 + TAX 326) per 100 pazienti: 540.093,00 euro
6. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Carboplatino (TAX 326) per 100 pazienti: 548.955,00 euro.
Se andassimo a calcolare quanto sono costati i farmaci chemioterapici negli ultimi 20 anni in Italia e per i prossimi 10, potremmo affermare che riguarda tra il 20 e il 30% del debito pubblico?
Un fiume centinaia e centinaia di miliardi di euro, un fiume di danaro per “comprare e indirizzare” la ricerca, denaro per tutto e per tutti… senza speranza per i malati e le persone oneste?
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