” C’è chi l’amore lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione, Bocca di Rosa nè l’uno, nè l’altro, lei lo faceva per passione…”, chi non conosce le meravigliose parole di De Andrè? Chi non ha mai cantato i suoi testi? Parole che rimarranno eterne per il loro esser poesia pura, nonostante l’artista ci abbia lasciati nel 1999.
Tre anni dopo, il XV Municipio di Roma gli aveva dedicato una piazza, in seguito un premio, ma l’ultima iniziativa presa in suo onore avrebbe sicuramente reso felice il cantautore genovese. Si tratta infatti di un progetto per la gente, che lui amava tanto, per farla avvicinare all’arte.
Ci sono varie forme di genio artistico e non sono inconciliabili. Anzi. Non c’è risultato più riuscito di quando le energie umane, la creatività delle menti di ognuno sono finalizzate all’espressione di un’emozione positiva, e quando si riescono a far convivere insieme la musica di De Andrè e l’arte che non ti aspetti, quella che sei abituato a snobbare e ad etichettare come sgorbio sul muro. Questo è accaduto, il risultato è magico e ti colpisce come uno schiaffo quando ti appare di fronte, svegliandoti dal torpore della vita quotidiana.
Il municipio ha deciso di salvare la zona della Magliana dal degrado affidando a cinque giovani artisti romani, scelti attraverso un concorso, la realizzazione di un murales basato sulle canzoni di De Andrè. Alessandra Carloni, Stefania Eucalipti, Maria Chiara Orsini, Francesco D’Alessandro e Alessandro Morino, attraverso il grande impegno e il risultato ottenuto, sono riusciti a superare l’insofferenza degli abitanti di zona, che se prima li guardavano con sospetto, hanno poi imparato ad apprezzarli ed infine ad essergli grati. “Lavorare alla Magliana – dice una di loro – è stata importante come esperienza umana, tra le signore che prima ci guardavano come teppisti e poi ci hanno adottato, ci portavano il caffè mentre tra dicembre e gennaio, lavoravamo in strada al freddo. In più, per qualcuno di noi è stata la prima esperienza su ampi spazi pubblici. Nessuno di noi, poi, aveva mai lavorato su un muro”.
A organizzare il tutto con l´ex circoscrizione guidata da Gianni Paris, il gruppo di artisti Comunità X con studi e base al Corviale.
Ma questa non è l’unica iniziativa che la capitale propone per celebrare De Andrè.
Il 24 Febbraio, qualche giorno dopo la data del suo compleanno, verrà inaugurata al Museo Ara Pacis, una mostra che in una sorta di riassunto sensoriale ed emozionale, propone non solo la figura dell’artista, ma punta a molto di più: un avvicinamento all’essenza del cantautore e dei personaggi che raccontava.
Sarà possibile incontrare gli uomini e le donne cantate, Piero, Bocca di Rosa, Marinella…che Pepi Morgia reinterpretò in forma di tarocchi per la scenografia della tournee dell’album “Le nuvole”. L’esposizione permetterà non solo di visualizzare nove di questi, posizionati in forma virtuale su tre schermi, ma inviterà i visitatori a creare il proprio attraverso una lavagna touch screen a cui si potrà aggiungere anche un testo. Nonostante la tecnologia multimediale, basta forse solo l’udito per godere di questo spettacolo. La parte più suggestiva è sicuramente, però, l’incontro con il pianoforte di Fabrizio. Uno strumento che rievoca non solo magia e lacrime, ma soprattutto profonda ammirazione per un uomo che ha saputo pronunciare parole di verità, spesso dure, ma espressione di un’anima che ha mantenuto una visione innocente e speranzosa pur rapportandosi e documentando le brutture del mondo, come sa fare solo chi è tremendamente ingenuo o chi è un reale poeta e sognatore.
Dal 24 Febbraio al 30 Maggio
Museo dell’Ara Pacis
Per maggiori informazioni: www.fabriziodeandrelamostra.com
Fonti: www.repubblica.it